Per molto tempo siamo stati abituati a pensare che la tortura venga messa in opera esclusivamente dai regimi assolutisti o dittatoriali, nemici delle "libertà". La guerra al terrorismo e gli scandali emersi sulle violenze inflitte ai prigionieri, come a Guantano, hanno fatto vacillare il rassicurante luogo comune.
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Tuttavia, è altrettanto errato considerare quanto appena accaduto come una pratica necessaria ed eccezionale, o come un abuso: il rapporto tra democrazia e tortura è di antica data. In questo sconvolgente testo, infatti, lo storico Pierre Vidal-Naquet indaga e denuncia le violazioni sistematiche dei diritti umani ad opera delle forze armate francesi in Africa durante la guerra franco-algerina del 1954-1962 e, in particolare, dei paras agli ordini del colonnello Massu. Non solo, analizza e mette in risalto le difficoltà della Francia-dei suoi cittadini e dei suoi intellettuali "democratici" - nel rendersi conto della gravità delle violazioni compiute in difesa della propria posizione colonialista. La sua analisi impietosa, allora, obbliga a riflettere più profondamente su quelle forme di violenza più che mai diffuse e persistenti anche al giorno d'oggi. Abbandonata la questione delle "colonie", resta sempre un "altro", un nemico del proprio stile di vita, che va difeso a tutti i costi. Vidal-Naquet mostra, in prima e ultima istanza, che le perversioni dei sistemi democratici hanno lunga vita e cominciano da molto lontano.
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Unimarc
Testo a stampa (moderno)
Monografia
Codice SBN
RAV1968304
Descrizione
Lo *stato di tortura : la guerra d'Algeria e la crisi della democrazia francese / Pierre Vidal-Naquet Milano : Res Gestae, [2012?] 223 p. ; 21 cm