Curzio Malaparte smonta la mitologia ufficiale del leader bolscevico per offrirne una visione sorprendentemente anti-eroica. Pubblicato originariamente in francese nel 1932 come Le bonhomme Lénine, il libro presenta Lenin non come il Gengis Khan proletario evocato dalla propaganda sovietica, ma come un piccolo borghese europeo: freddo, riflessivo, sedentario, e profondamente burocratico.