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| Testo a stampa (moderno) | ||
| Monografia | ||
| Codice SBN | IEI0032818 | |
| Descrizione | La *compresenza dei morti e dei viventi / Aldo Capitini Milano : Il saggiatore, 1966 306 p. ; 21 cm |
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| BNI | 6613602 | |
| OCLC | 859943842 | |
| Primo Autore |
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Note e bibliografia |
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| Anno pubblicazione | 1966 | |
| Titolo dell'opera | La compresenza dei morti e dei viventi | |
| Abstract di polo | La compresenza dei morti e dei viventi (1966) è l’opera più matura di Aldo Capitini e sintetizza il suo pensiero filosofico-religioso. Il concetto di compresenza indica una visione aperta: viventi e defunti collaborano alla costruzione dei valori oltre i limiti biologici e sociali. Non è culto dei morti, ma prospettiva etico-metafisica che supera la separazione vita-morte, fondando una comunità universale e “omnicratica”, orientata all’amore e alla nonviolenza. Il testo, organizzato in voci tematiche con note dialogiche, intreccia filosofia, religione e politica: dialoga con Michelstaedter, idealismo, marxismo e storicismo, proponendo una cultura che oltrepassi l’Uno-Tutto e si apra al Tu-Tutti. Critica la concezione cattolica della paura della morte e la rimozione laica tipica degli anni Sessanta. Capitini propone invece una “gioia della compresenza”, che include sofferenti, ultimi e persino esseri non umani, in una unità aperta verso l’infinito. Questa visione si traduce in impegni in atto, nella pratica dell’amore aperto e nella lotta nonviolenta, radicata in una speranza escatologica di liberazione dal dolore e dalla morte. L’opera, premiata nel 1967 e più volte ripubblicata, resta un pilastro del pensiero nonviolento italiano e una sfida alla cultura contemporanea. |