Poche donne nella storia ebbero la possibilità di distinguersi nelle discipline scientifiche, considerate appannaggio maschile. Molte dovettero pagare questa passione con la vita, quasi fosse una colpa di cui vergognarsi.
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La più nota, nella tarda antichità, fu senza dubbio Ipazia, scienziata e filosofa, nata ad Alessandria d'Egitto nel 370 d.C, inventrice di strumenti come il planisfero e l'astrolabio. Figlia del matematico Teone, e lei stessa prima matematica della storia, fu la più nota esponente alessandrina della scuola neoplatonica, circondata dal rispetto di allievi giunti da ogni angolo del mondo. Vissuta in un'epoca confusa e intollerante, segnata dallo scontro fra la civiltà ellenistica e il protocristianesimo, la fama di Ipazia suscitò l'odio del vescovo Grillo al punto da fargli tramare la sua uccisione, avvenuta nel 415. Aggredita da un gruppo di monaci fanatici, fu trascinata in una chiesa e uccisa a colpi dì conchiglie affilate. Mentre ancora respirava, le cavarono gli occhi come punizione per aver osato studiare il cielo. Dopo averla fatta a pezzi cancellarono ogni traccia di lei bruciandola. Protagonista di una pagina poco nota della storia ? raccontata anche in un film tanto atteso quanto discusso come Agorà di Alejandro Amenàbar - Ipazia è oggi considerata la prima martire pagana del fanatismo cristiano. Lo stesso storico Edward Gibbon ha definito il suo assassinio, messo prontamente a tacere, «una macchia indelebile» nella storia del cristianesimo. In questo romanzo l'autrice ricostruisce la vicenda umana della filosofa, con i suoi affetti, la sua sete di conoscenza e il suo bisogno di amore: una donna la cui volontà non diede mai segno di piegarsi a ciò che il destino e la sua epoca le avevano riservato.
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Testo a stampa (moderno)
Monografia
Codice SBN
TO01764397
Descrizione
*Ipazia muore : [romanzo] / Maria Moneti Codignola Milano : La Tartaruga, [2010] 219 p. ; 21 cm.