Una nuova linea di conflitto attraversa il panorama crepuscolare della società contemporanea: quella che investe l'educazione e gli affetti dei figli quando una relazione di coppia finisce.
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Le rivendicazioni dei padri e dei movimenti che li organizzano si presentano come un percorso di liberazione dall'"arbitrio femminile", scontrandosi, di conseguenza, con un femminismo considerato responsabile dell'erosione delle "prerogative" maschili. Per gli attivisti della paternità, dunque, i tribunali sono un dispositivo di riproduzione dei privilegi materni, decidendo invariabilmente per l'affidamento dei figli alla madre e condannando i padri alla miseria a causa degli obblighi di mantenimento di entrambi.
Le due autrici analizzano le differenti dimensioni di questa formazione discorsiva, la sua legittimazione scientifica, letteraria e mediatica, il modo in cui i padri separati si sono costituiti in movimento, le forme di protesta e le incongruenze delle loro rivendicazioni. Ne esce un quadro in cui a dominare è una paternità da battaglia e le relazioni familiari sono il prolungamento di una guerra i cui costi vengono pagati soprattutto dai figli. La lotta per la liberazione e la difesa della paternità, infatti, si esaurisce nella richiesta di maggior governo, attraverso la legge, della vita familiare, non più subordinata a un presunto dominio delle donne, ma irreggimentata dalle diposizioni legali e morali dei professionisti della famiglia.
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Scheda
Unimarc
Testo a stampa (moderno)
Monografia
Codice SBN
LO11564301
Descrizione
*Nel nome del padre : paternità, conflitti e governo della famiglia neoliberale / Gabriella Petti e Luisa Stagi Verona : Ombre corte, 2015 164 p. ; 21 cm