Che strano destino quello dell’identità. Essa nasce come parola molto esclusiva: all’inizio era concetto attribuito soltanto all’Essere, quindi a qualcosa di divino, del tutto irreperibile in natura e presso gli umani. Oggi l’identità si è trasformata in una nozione storica, psicologica, sociologica, presente in una molteplicità indescrivibile di contesti sociali.
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E in assenza di una definizione preventiva, di un accordo semantico, l’identità sembra essere ormai un guscio lessicale vuoto, e proprio per questo applicabile in maniera disinvolta e spregiudicata. Eppure, anche i gusci vuoti trasmettono qualcosa: minuscole gocce di significato rilasciate inconsapevolmente durante l’uso. Si è così insinuata l’idea che in noi ci sia qualcosa di talmente peculiare e nostro da non poter essere condiviso con altri: non importa che si tratti di una sostanza materiale o spirituale, biologica o culturale; ciò che importa è che quella sostanza sia riconosciuta, protetta, difesa. Attraverso un caso etnografico estremo – il cannibalismo dei Tupinamba –, Francesco Remotti traccia la strada per portarci oltre l’identità, dimostrando come identità e alterità possano congiungersi e trasformarsi. Così da tagliare alla radice una concezione dell’identità generatrice di esclusione e di intolleranza.
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Testo a stampa (moderno)
Monografia
saggi
Codice SBN
RML0565114
Descrizione
*Contro l'identità / Francesco Remotti Roma ; Bari : Laterza, 2025 XII, 112 p. ; 21 cm.