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A Roma non ci sono le montagne : romanzo

Armeni, Ritanna

Storico Ponte alle Grazie <casa editrice> 2025

Abstract

Uno spazzino gioviale che spinge il suo carretto. Una ragazza semplice ma elegante, con la borsa della spesa e un impermeabile sul braccio. Un giovane uomo, l'aria assorta, la cartella di pelle, forse un professore. Una Mercedes, scura e silenziosa come l'ufficiale tedesco seduto sul sedile posteriore. Una compagnia di soldati che marcia cantando. [...]
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Testo a stampa (moderno)
Monografia
Storico, narrativa
Codice SBN TO02151602
Descrizione *A Roma non ci sono le montagne : romanzo / Ritanna Armeni
Milano : Ponte alle Grazie, 2025 (stampa 2024)
227 p. : ill. ; 21 cm
ISBN 9791255821014
BNI 2025-856
Collana Scrittori , 191
Autore
Armeni, Ritanna
Note e bibliografia
Dewey 853.92 NARRATIVA ITALIANA, 2000-
940.54050945632 STORIA MILITARE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE. MISURE REPRESSIVE E ATROCITA. Roma
Luogo pubblicazione Milano
Editori Ponte alle Grazie <casa editrice>
Anno pubblicazione 2025
Titolo dell'opera A Roma non ci sono le montagne
Abstract di polo Uno spazzino gioviale che spinge il suo carretto. Una ragazza semplice ma elegante, con la borsa della spesa e un impermeabile sul braccio. Un giovane uomo, l’aria assorta, la cartella di pelle, forse un professore. Una Mercedes, scura e silenziosa come l’ufficiale tedesco seduto sul sedile posteriore. Una compagnia di soldati che marcia cantando. Perché nel 1944 le compagnie naziste cantano sempre quando attraversano Roma. In quei pochi metri, in quei secondi di trepidazione e attesa passa la Storia. E le storie dei singoli individui che formano i Gruppi di azione patriottica, fondati qualche mese prima contro l’occupante tedesco. Per lo più ragazzi borghesi, spesso universitari, che si tramutano in Banditen, capaci di sparare e di sparire, di colpire il nemico ogni giorno, senza dargli tregua. In quel breve – e infinito – pomeriggio di primavera, dove passato e presente si intrecciano, c’è chi si prepara e chi viene sorpreso, chi muore e chi sopravvive, chi scappa e chi ritorna. E c’è anche chi, sui corpi dei 33 tedeschi uccisi, firma la condanna a morte di 335 italiani.