Otto Adolf Eichmann, uno dei comandanti delle SS responsabili dell organizzazione della cosiddetta soluzione finale , fu processato nel 1961 a Gerusalemme, avendo commesso crimini contro il popolo ebraico, crimini contro l umanità e crimini di guerra sotto il regime nazista.
[...]
Hannah Arendt assistette al processo come inviata del New Yorker e ne nacque un libro scomodo, che pone le domande che non avremmo mai voluto porci e dà risposte che non hanno la rassicurante certezza di un facile manicheismo. Il suo resoconto, spiega Ezio Mauro nella sua prefazione, è il tentativo di recuperare una misura umana di razionalità che consenta di mandare avanti il mondo dopo Auschwitz : è un esplorazione attenta e appassionata del contesto storico e politico, un analisi del tempo nazista, indispensabile per capire come quella quotidianità ordinaria e mediocre abbia potuto farsi strumento dell orrore. Questo tipo di indagine diventa necessaria poiché quel che si vede e quel che si sente non riescono a restituire la portata dell accaduto che resiste al diritto, alla giustizia, alla pietà, dunque alla comprensione . Sprovvisto di qualsiasi tipo di eccezionalità, concentrato sulla corretta esecuzione del compito assegnatogli, Eichmann è l incarnazione banale del Male, che per questo risulta tanto più terribile, perché i suoi servitori più o meno consapevoli non sono che piccoli, grigi burocrati. I macellai del nostro tempo non hanno la grandezza dei demoni: sono dei tecnici, si somigliano e ci somigliano.
Lo trovi in
Scheda
Unimarc
Testo a stampa (moderno)
Monografia
Codice SBN
RMB0804732
Descrizione
La *banalità del male : Eichmann a Gerusalemme / Hannah Arendt ; traduzione di Piero Bernardini. - 32. ed Milano : Feltrinelli, 2021 348 p. ; 20 cm