Bologna, 1938. Una squadra che regala emozioni, uno stadio tra i più belli in Europa, una città che esulta, sogna, sorride al futuro. Un allenatore e la sua famiglia, approdati in un’Italia che riconosce il talento e che vuole crescere. Poi, all’improvviso, il grigio all’orizzonte. I sorrisi spenti, gli sguardi bassi; il disprezzo. È tempo di andare. Non si può tornare indietro.
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E in un attimo la felicità è un ricordo lontano, sempre più sbiadito. I pomeriggi in campo con la squadra, gli incoraggiamenti nello spogliatoio la domenica mattina, le trasferte, le partite vinte e quelle perse, i successi che portano in alto, le strategie ideate passeggiando in via Saragozza sulla strada verso casa: tutto cancellato. Cancellati i nomi sul campanello di via Valeriani e quelli dei figli sul registro di scuola. Cancellati i progetti, i desideri, le speranze. Cancellati un uomo e la sua vita. Un uomo che un giorno è costretto a salire su un treno, senza sapere dove lo stia portando. Insieme a lui tante altre vite annullate dall’odio. La destinazione è una e terrificante, e non prevede ritorno. Età di lettura: da 10 anni.
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Scheda
Unimarc
Testo a stampa (moderno)
Monografia
Letteratura per ragazzi, Studi Locali Adulti, Ragazzi Fumetti e R. a strisce
Codice SBN
UBO4279861
Descrizione
*Arpad Weisz e il Littoriale / Matteo Matteucci Argelato : Minerva, 2017 1 volume (senza paginazione) : ill. ; 24 cm
Allenatore del Bologna dal 1935 al 1938, Arpad Weisz, ebreo ungherese, portò la squadra al successo, facendole vincere due scudetti consecutivi e il torneo dell’Esposizione di Parigi. La sua storia si intreccia con la costruzione del nuovo stadio che dovrebbe celebrare il duce e le glorie fasciste e termina dietro i cancelli di Auschwitz.