Narra una leggenda africana che ogni uomo ha il suo doppio «animale». Quello di Kibandi è un porcospino. Poteva essere un leone, un elefante, una giraffa, un gorilla, e invece no, è un goffo, tenero porcospino.
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I due sono uniti indissolubilmente da quando, quarantadue anni prima, Kibandi si è inoltrato con il padre nella foresta per bere la mayamvumbi, una disgustosa sostanza che sancisce l’iniziazione del ragazzo. Così il povero porcospino è costretto ad abbandonare i suoi simili per vivere accanto al suo doppio, che da ragazzino mite si trasforma col tempo in un feroce assassino. Vicini di casa, abitanti del villaggio: la furia di Kibandi si abbatte su chiunque abbia la sfortuna di incrociare il suo cammino. Il porcospino lo segue ubbidiente, si rende complice di efferati omicidi, finché un giorno non decide di scappare e, trovato rifugio tra le radici di un baobab, inizia a raccontare la sua storia. Con l’ironia che lo contraddistingue, Mabanckou dona nuova linfa al realismo magico e rievoca luoghi e miti della cultura africana indugiando sul grottesco per poi lasciarsi andare a momenti di pura poesia.
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Scheda
Unimarc
Testo a stampa (moderno)
Monografia
narrativa
Codice SBN
LO11681027
Descrizione
*Memorie di un porcospino / Alain Mabanckou Roma : 66thand2nd, 2017 178 p. ; 21 cm