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Naif super

Loe, Erlend

2006

Abstract

Il protagonista (che pare lo stesso Loe) tiene una sorta di diario a partire dal giorno del suo venticinquesimo compleanno. [...]
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Testo a stampa (moderno)
Monografia
Codice SBN CAG1186122
Descrizione *Naif super / Erlend Loe ; traduzione di Giovanna Paterniti
Milano : Feltrinelli, 2006
211 p. ; 20 cm
Note Variante del tit.: Naif.Super.
ISBN 9788807819100
8807819104
Collana Universale economica , 1910
Primo Autore
Loe, Erlend
Note e bibliografia
Dewey 839.8 LETTERATURA DANESE E LETTERATURA NORVEGESE
839.82374 NARRATIVA NORVEGESE. 1945-1999
Anno pubblicazione 2006
Titolo dell'opera Naiv.Super.
Abstract di polo «La mia vita è strana ultimamente; è arrivata a un punto in cui ho perso interesse per tutto.» Prima o poi capita a chiunque di svegliarsi una mattina e trovare che la vita non ha senso, una grande o piccola selva oscura è un passaggio obbligato di ogni esistenza. Al protagonista di Naif.Super succede il giorno del suo venticinquesimo compleanno: sconfitto a croquet dal fratello, di colpo si rende conto che «niente più quadra». E così abbandona l’università, il lavoro saltuario al giornale, la stanza in affitto, vende i suoi scarsi beni, tranne la bicicletta e si rifugia nell’appartamento del fratello in viaggio di lavoro, dove passa le giornate sdraiato sul divano a pensare, per cercare di capire se è possibile, ripartendo da quel grado zero a cui è arrivato, recuperare la voglia e il senso del vivere. La classica storia di un ragazzo in crisi d’identità diventa, attraverso l’umorismo di Loe, la sua autoironia, la sua leggerezza di tocco un po’ alla Salinger, la sua sovversiva ingenuità, non solo l’espressione del malessere della generazione di internet e della globalizzazione, spersa tra l’infinito numero di possibilità e conoscenze di cui non sa che farsene, ma anche una sostanziale rimessa in questione del mondo esistente. Forse, come il protagonista, si dovrebbe davvero provare a ricominciare da capo. Lanciando un pallone contro il muro, martellando chiodi di plastica in un banco da falegname, chiacchierando con il piccolo Børre, scambiando fax con l’amico Kim scrivendo elenchi di tutto – di quello che ha e che non ha, di quello di cui sa troppo, di quello che lo entusiasmava da piccolo, di quello che gli piace – come formule incantatorie per ritrovare un contatto con se stesso, interrogando la gente per le strade di New York, salendo sull’Empire State Building per verificare cos’è davvero il tempo, cerca di ritrovare una «prospettiva», di guardare alle questioni fondamentali dell’esistenza con la serietà e lo humor dei bambini. Un libro che medita sul tempo e sullo spazio, sull’amore e l’amicizia, la responsabilità e la felicità, le piccole cose essenziali della vita e, con lo zen e il lancio del frisbee, ci aiuta a «credere alla purificazione dell’anima attraverso il gioco e il divertimento».