Il nome di Andrea Pazienza è associato a una stagione del fumetto, anzi di Bologna, anzi della "questione giovanile"; una stagione in cui si sono addensati fermenti di creatività e anticonformismo, devianze consapevoli, l'irruzione di nuove forme espressive. Nelle sue avventure a fumetti.
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Pazienza ha risucchiato e riversato letture, film, canzoni e suoni delle radio libere, dialoghi spiati in osteria, slang politico e giovanile. Fra il 1977 e il 1988, ha proposto una straordinaria esuberanza di immagini, con la massima varietà espressiva. Se esiste uno Stile Pazienza è come quello di Picasso: continuamente diverso. Diversità nelle forme espressive (tavole singole, lunghe storie, copertine di dischi, locandine per il cinema, illustrazioni, disegni di moda, costumi e fondali teatrali) e diversità nel tratto (da quelli volutamen-te rozzi e sbrigativi, alle autentiche, coloratissime pitture).
Pentothal, Pippo, Pertini, Pompeo, Zanardi... Aveva appena cominciato a raccontare e raccontarsi, sorprendendo ogni volta per le invenzioni e le provocazioni. Suo malgrado, è diventato un simbolo generazionale. Nessuno come Pazienza ha saputo raccontare la fine di un'epoca, quella in cui i giovani rappresentavano qualcosa. Il segno di una resa invincibile è il titolo-ossimo-ro di una pittura del 1983: un paesaggio verde-azzurro, con fiori rossi, un paio d'alberi e un sottile grattacielo giallo, che oltrepassa i fili elettrici e raggiunge l'altezza delle nuvole.
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Testo a stampa (moderno)
Monografia
Codice SBN
LO11030945
Descrizione
*Andrea Pazienza / Rudi Ghedini Torino : Bradipolibri, [2005] 111 p. ; 21 cm.