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In difesa di Danilo Dolci

Calamandrei, Piero

1956

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  • Scheda
  • Unimarc
Testo a stampa (moderno)
Monografia
Codice SBN CUB0145636
Descrizione *In difesa di Danilo Dolci / Piero Calamandrei
[Italia : s.n.], 1956 (Firenze : Tip. Classica)
15 p. ; 23 cm.
CUBI 109857
BNI 1956 9533
OCLC 875174144
Collana Quaderni di Nuova repubblica , 4
Autore
Calamandrei, Piero
Note e bibliografia
Soggetti DOLCI, DANILO - Processo
Dewey 303.61092 PROCESSI SOCIALI. DISOBBEDIENZA CIVILE. Persone
Anno pubblicazione 1956
Titolo dell'opera In difesa di Danilo Dolci
Abstract di polo Si tratta dell'arringa pronunciata da Pietro Calamandrei il 30 marzo 1956 dinanzi al Tribunale penale di Palermo, in difesa dell'attivista nonviolento Danilo Dolci, arrestato per aver promosso uno "sciopero alla rovescia" a Trappeto, in Sicilia. Dolci aveva guidato un gruppo di disoccupati a lavorare gratuitamente su una strada comunale abbandonata, per denunciare l'inazione delle autorità nel garantire il diritto al lavoro sancito dall'articolo 4 della Costituzione italiana.
Calamandrei, giurista e padre costituente, trasforma la difesa in un appassionato discorso civile, in cui il processo diventa simbolo di uno scontro tra due concezioni della legalità: da un lato, la Costituzione come norma viva e strumento di giustizia sociale; dall’altro, l’autoritarismo burocratico, retaggio del fascismo. L’arringa sottolinea come l’imputato non sia un criminale, ma un cittadino che agisce nel solco della legalità costituzionale per affermare diritti fondamentali.
Il testo, oltre a essere una testimonianza storica, è un manifesto etico e politico che invita a riflettere sul ruolo del diritto nella promozione della dignità umana e della giustizia sociale. La difesa di Dolci diventa così una difesa della Costituzione stessa, e un appello alla responsabilità morale dei cittadini e delle istituzioni.