L'interesse di Umberto Eco per la cultura e le comunicazioni di massa inizia già negli anni cinquanta, e una serie di scritti su questi temi vengono raccolti nel 1964 con il titolo "Apocalittici e integrati", una dicotomia che diventerà uno slogan di successo.
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L'oggetto di analisi è la cosiddetta cultura di massa, intorno alla quale si sono sviluppati due atteggiamenti che l'autore intende criticare. Per chi concepisce la cultura in modo "aristocratico", cioè come "gelosa coltivazione, assidua e solitaria, di una interiorità che si affina e si oppone alla volgarità della folla", la cultura di massa è anticultura. Gli "apocalittici" sostengono che i mass media, rivolgendosi a un pubblico vasto ed eterogeneo, devono livellare i propri prodotti ed evitare soluzioni originali: in questo modo sviluppano una visione conformista dei consumi, dei valori culturali, dei principi sociali e religiosi, delle tendenze politiche; i mass media incoraggiano una visione passiva e acritica del mondo, e scoraggiano lo sforzo personale verso esperienze originali; i mass media sono sottomessi a un circuito commerciale e quindi devono rispondere a criteri economici. La risposta degli "integrati" consiste nel constatare che i mezzi di comunicazione mettono i beni culturali a disposizione di tutti, e questo consente un proficuo allargamento dell'area culturale.
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Scheda
Unimarc
Testo a stampa (moderno)
Monografia
Codice SBN
RAV2026946
Descrizione
*50 anni dopo Apocalittici e integrati di Umberto Eco / a cura di Anna Maria Lorusso [Roma] : DeriveApprodi ; Milano : Alfabeta, 2015 149 p. : ill. ; 24 cm