Dopo la crisi del fascismo e la catastrofe della guerra la Chiesa sembrò a molti come l'unica istituzione capace di offrire garanzie di stabilità e di ordine in Italia. Eppure i cambiamenti intercorsi nel paese e i processi di modernizzazione in atto lasciavano pochi spazi al modello di società cristiana che essa auspicava.
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Superati rapidamente gli anni della convergenza antifascista, la "guerra fredda" si tradusse nel duro scontro ideologico tra il "partito cristiano al potere" e l'opposizione di sinistra. Bologna rappresenta in questo contesto un caso particolare di straordinario interesse. Sin dalla liberazione il Pci aveva assunto la guida dell'amministrazione, relegando la Dc all'opposizione e invertendo così gli equilibri politici nazionali. Perciò in quegli anni il rapporto della Chiesa con la città si è sviluppato in modo difficile e conflittuale: prima il cardinale Nasalli Rocca, poi il cardinale Lercaro si sono dovuti confrontare con una realtà sociale e politica profondamente cambiata, in cui i tradizionali aspetti della vita religiosa erano divenuti da un lato oggetto di contesa e dall'altro retaggio di una cultura che rischiava di allontanarsi irreparabilmente nella nuova società secolarizzata. Ma anche nella chiesa di Bologna covavano i fermenti di quel rinnovamento che si sarebbe affermato con il Concilio Vaticano II.
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Scheda
Unimarc
Testo a stampa (moderno)
Monografia
Studi Locali Adulti
Codice SBN
CFI1003763
Descrizione
*Nel conflitto delle ideologie : la Chiesa e la politica bolognese tra la guerra e il concilio (1945-1965) / a cura di Alessandra Deoriti e Giovanni Turbanti Bologna : Pendragon, 2019 328 p. ; 21 cm